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Alabastro

Dal greco alàbastron, latino alabastrum, roccia sedimentaria di deposito chimico, originata dall’evaporazione di acque ricche di carbonato di calcio (alabastro calcareo) o di solfato di calcio idrato (alabastro gessoso). Lucidabile e di colore bianco, con varietà di sfumature che vanno dal giallo, al grigio, al rosso ambrato, l’alabastro ha un aspetto simile al marmo, rispetto al quale, tuttavia, presenta una durezza e un peso specifico assai inferiori. Trova applicazione in lavorazioni artistiche e artigianali per l’architettura d’interni.
I principali produttori di alabastro sono la Spagna e l’Egitto. Il più pregiato alabastro gessoso italiano, oggi di difficile reperibilità, proviene da Volterra e da Castellina Marittima, dove è cavato in piccoli blocchi ovoidali detti arnioni; tale materiale è da sempre apprezzato per la compattezza, la traslucenza e l’ottima lavorabilità con l’ausilio di semplici utensili manuali.

Bibliografia

Blanco G., Dizionario dell’architettura di pietra, I, Roma, 1999.

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