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Albergo

Progetto di un albergo sulla scogliera a Gozo (Malta), J. Lafuente, 1967.
Progetto di un albergo sulla scogliera a Gozo (Malta), J. Lafuente, 1967.

Definizione – Etimologia

Anche hotel. Dal tedesco heriberga, alloggiamento militare, termine composto da heri (o hari), truppa, esercito, e berga (o berg), riparo, asilo. Organismo edilizio specializzato per funzioni ricettive a pagamento, dotato di servizi centralizzati, destinato a soddisfare tutte le esigenze di abitazione temporanea.

Generalità

Lo sviluppo dell’albergo è legato, quantitativamente, all’incremento dei flussi di viaggiatori, delle vie e dei mezzi di comunicazione e, qualitativamente, alle sempre più diversificate categorie di utenti del sistema turistico, oggi una delle industrie più sviluppate al mondo.
Dal punto di vista tipologico, l’albergo moderno nasce a partire dall’esperienza della casa plurifamiliare in linea, caratterizzata da un triplo corpo di fabbrica. Il ruolo accentrante del corridoio interno, luogo anche della distribuzione orizzontale degli impianti tecnologici, definisce infatti, sovente, una campata interna autonoma tanto dal punto di vista distributivo che, spesso, dal punto di vista strutturale.
Il tipo più in uso di albergo prevede ai piani inferiori i vani specializzati destinati agli ambienti comuni (reception, bar, ristoranti, saloni ecc.); ai piani superiori le camere distribuite da un corridoio interno, affacciate sui due fronti opposti, le quali, disposte serialmente in coincidenza con il passo strutturale, tendono a definirsi ciascuna come unità minima specializzata. Mentre gli sviluppi dell’albergo presentano versioni anche assai complesse ma sempre legate alla propria origine tipologica, il turismo contemporaneo ha indotto alla formazione di strutture ricettive nuove (agriturismo, resort, albergo diffuso ecc.).
I criteri che stabiliscono la classificazione e gli standard qualitativi sono stabiliti dalla normativa nazionale (l. 135/2001 e d.lgs. 10.02.2009).

Origini e processo formativo

La funzione ricettiva dell’albergo, oggi complessa e specializzata, deriva dal più antico concetto di ospitalità che, nel mondo antico, non era legata al suo aspetto commerciale ma considerata obbligo etico e, spesso, religioso, assolto per lo più in case private. Il legame tipologico con l’abitazione rimarrà come carattere costante anche nelle progressive definizioni che procedono per specializzazioni successive fino ai complessi organismi moderni. I differenti tipi di albergo, adottati nel tempo e nei vari luoghi, derivano infatti dal tipo sincronicamente impiegato per la casa d’abitazione.
Nel mondo greco l’ospitalità aveva luogo prevalentemente all’interno delle abitazioni. Forme di ricettività organizzata appaiono soprattutto legate ai luoghi dei grandi raduni panellenici: si tratta di edifici derivati dall’esperienza della casa a corte, organizzati intorno a una o più corti centrali che, mediante peristili, distribuiscono i singoli vani. Di questo tipo erano, ad esempio, l’Heraion presso Platea, quello di Istmia, il Leonidaion a Olimpia e il Katagogion presso il santuario di Hera a Capo Colonna (Calabria). In ambito urbano edifici ricettivi erano i pandokeia, strutture ricavate all’interno di semplici case, generalmente povere e spesso malfamate. Il nome pandokeion, peraltro, verrà utilizzato in seguito nel mondo greco per indicare genericamente alberghi economici.
Nel mondo romano l’ospitalità privata era sancita da leggi e consuetudini e avveniva per lo più nelle ricche case private. Strutture ricettive di livello medio-basso erano tuttavia diffuse in ambito urbano: le tabernae, a destinazione originariamente commerciale con abitazione al piano superiore, si specializzarono per l’accoglienza fino ad assolvere una vera e propria funzione alberghiera, con locali comuni al piano terra e stanze ai piani superiori; gli hospitia e i deversoria erano caratterizzati da un tipo edilizio che non differiva dalla casa d’affitto (insula) diffusa a Roma come trasformazione plurifamiliarizzata della domus. In ambito extraurbano, a partire dalla tarda età repubblicana e in quella imperiale, con lo sviluppo delle vie di comunicazione, le strutture ricettive si specializzano in funzione delle percorrenze e dei mezzi di trasporto. Le principali arterie stradali dell’impero erano suddivise in tappe giornaliere dalle mansiones, aree di sosta e pernottamento riservate ai dignitari di Stato o alle legioni, attrezzate per il ricovero dei cavalli, delle guarnigioni e dotate talvolta di terme e lavatoi. Meno specializzate erano invece le cauponae, locande spesso malfamate, e  le tabernae suburbane.
Nell’Alto Medioevo, con il decadere del controllo sul territorio, l’ospitalità dei pellegrini venne progressivamente assolta dalle strutture religiose: monastiche, conventuali (katagogia) e vescovili. In genere tali edifici (hospitia, deversoria peregrinorum) erano costituiti da ampie aule a due o tre navate annesse ai complessi conventuali. Questo tipo di strutture ebbe in seguito grande importanza per la definizione dell’organismo ospedaliero (ospedale) sviluppatosi a partire da quello conventuale. Tale derivazione e affinità tipologica sono d’altra parte testimoniate al giorno d’oggi dalla frequente riconversione di antiche strutture ospedaliere o conventuali a uso alberghiero. In Occidente strutture ecclesiastiche ricettive sorsero lungo tutte le principali vie di pellegrinaggio, in genere in prossimità dell’ingresso ai centri urbani.
In Oriente, i grandi itinerari erano organizzati con luoghi di sosta e accoglienza costituiti dai caravanserragli, eredi degli antichi khan di cui già parla Erodoto (Storie V. 52, 53). I caravanserragli, condividendo con i katagonia e con i conventi la matrice tipologica, ne hanno anche spesso condiviso il destino che li vede oggi di frequente riconvertiti a uso alberghiero. Durante tutto il Medioevo, nelle città europee, l’ospitalità rimase confinata nelle hosteriae o negli hospitia, che non svilupparono strutture specializzate. Per il resto l’ospitalità era ancora largamente legata alle abitazioni patrizie, alle foresterie dei conventi o alle case private. Fino al primo Rinascimento gli alberghi italiani non godevano di buona fama e spesso erano definiti “hospitia vili”, “incomoda deversoria” ecc.
A partire dal XIV secolo si ha notizia di alberghi progressivamente più organizzati: a Venezia era rinomato il Leon Bianco poi divenuto Ca’ Da Mosto sul Canal Grande; a Roma gli alberghi erano prevalentemente collocati lungo le vie di collegamento tra i maggiori santuari. Lo spostamento della Curia dal Laterano al Vaticano provocò un fiorire di locande e alberghi nei rioni di Borgo, Ponte e Parione, mentre altri ancora si addensavano tra Campo de’ Fiori e Tor di Nona, tra i quali il più noto è il quattrocentesco albergo dell’Orso. Gli esempi ancora esistenti di questo periodo dimostrano come tali albergi fossero poco specializzati rispetto all’edilizia abitativa: l’antico albergo Ca’ Da Mosto a Venezia individua il tipo del palazzetto veneziano, esito del relativo processo di formazione a partire dalla domus; l’albergo il Montone (poi denominato del Sole) a Roma consiste in una semplice casa in linea ottenuta per rifusione di case a schiera; l’Hospitium Bovis (Palazzo del Bo’) a Padova nacque già nel XIV secolo dalla rifusione di quattro case. In definitiva, almeno fino al XVII secolo, l’albergo, possedendo un basso grado di specializzazione, adottava il sincronico tipo della casa. Peraltro, per tutto il Cinquecento e il Seicento rimase assai diffuso l’uso della “camera locanda” presso agiate famiglie private.
Tra il XVII e il XVIII secolo, con l’incremento dei flussi di viaggiatori e con l’inizio del Grand Tour, l’albergo mostrò crescenti gradi di evoluzione, che, pur mantenendo il legame con il tipo corrente della casa in linea, si svolse secondo un processo parallelo alle trasformazioni dell’edilizia abitativa.
Le strutture alberghiere acquisirono una loro vera specializzazione solo a partire dalla fine del XVIII secolo e poi nel XIX secolo, tendendo progressivamente a differenziare l’offerta ricettiva in funzione della classe dirigente, nobile o alto-borghese, il cui tipo di riferimento fu il palazzo. Si sviluppò così, nel corso del XIX secolo, il “grandhôtel”, che ereditava dal palazzo la presenza di ampie sale e zone di rappresentanza, una sorta di parte “pubblica”, separata dalle zone private destinate alle camere e agli appartamenti. In Francia il riferimento fu l’hôtel particulier, residenza nobiliare isolata all’interno del tessuto urbano con ampia corte interna, che, come già avvenuto per il palazzo italiano, aveva sviluppato una netta distinzione tra gli spazi a uso privato e quelli di rappresentanza.

L’albergo moderno

Nel corso del XIX secolo, con lo sviluppo della metropoli, l’albergo si configurò come servizio esteso a strati sempre più ampi della popolazione a partire dalle società a maggiore livello di democrazia. Negli Stati Uniti, a Boston, il Tremont House (1829) fu probabilmente il primo edificio a interpretare in forma compiuta i caratteri dell’albergo moderno. Per la prima volta gli impianti tecnologici avanzati entrarono nella progettazione dell’edilizia alberghiera, e da allora l’impiantistica e la tecnologia ne divennero componenti fondamentali. Ne sono testimonianza i grandi alberghi costruiti di lì a poco a Manhattan, tra essi l’Astor House (1836), il Fifth Avenue Hotel (1856-1859), che per la prima volta introdusse bagni privati e ascensore, il St. Nicholas Hotel a Broadway (1855).
Il successivo sviluppo dell’albergo fu strettamente legato alla struttura della città industriale, alla diffusione delle linee ferroviarie e alla costruzione delle relative stazioni terminali che diverranno presto nuovi poli urbani. In Inghilterra, prima nazione a sviluppare il trasporto su ferro, i grandi alberghi furono costruiti come parte integrante delle maggiori stazioni ferroviarie e loro vero fronte urbano. Ne sono esempi significativi il Great Western Hotel (1854), annesso alla stazione di Paddington, e il Midland Grand Hotel (1873), annesso alla stazione di St. Pancras, interpretato come moderna cattedrale neogotica. In Francia la prima catena di grandi alberghi venne fondata da imprenditori delle linee ferroviarie (i fratelli Perire). Sorgono così il Grand Hôtel del Louvre (1855), il Grand Hôtel di Place de l’Opéra (1862) e l’Hôtel Terminus Saint Lazare (1889). Grandi alberghi di lusso sorsero anche nelle zone più rappresentative della Parigi haussmaniana sull’asse degli Champs Elysées, tra essi l’Hôtel Ritz (1898) costruito da C. Ritz, fondatore dell’omonima catena.
L’avvento dell’energia elettrica produsse un ulteriore sviluppo del lusso alberghiero e della sua spettacolarizzazione: l’Hotel Savoy di Londra (1889) fu definito al suo sorgere l’edificio più illuminato del pianeta. Si configurò così l’albergo urbano, caratterizzato dalla dotazione di spazi comuni i quali, destinati non solo ai clienti dell’albergo ma a tutti i cittadini, divengono vere e proprie attrezzature urbane. Emblematico è il caso del New Waldorf-Astoria (1931) il più famoso albergo urbano di Manhattan ben analizzato nel saggio Delirious New York di R. Koolhaas. Nato come riedizione del primo Waldorf-Astoria, l’edificio si articola nella sovrapposizione di una parte abitativa (le torri dei residence) a una alberghiera, grazie alla comune organizzazione in linea dei rispettivi corpi di fabbrica; questi ultimi a loro volta sono sovrapposti ai volumi per gli spazi comuni (teatri, ristoranti, sale da ballo ecc.), la cui distribuzione mostra ancora caratteri derivati dal palazzo. Pensati come vere e proprie attrezzature urbane, i grandi alberghi urbani statunitensi, comprendendo all’interno tutti i servizi cittadini, giunsero a configurarsi come micro-città e, per alcune categorie di clienti, luogo di residenza abituale. Anche attraverso la formazione delle grandi catene alberghiere internazionali, primo sintomo della globalizzazione dell’industria alberghiera, tale tipo si diffuse in seguito in molte grandi capitali del mondo come vera infrastruttura urbana.
Un fenomeno particolare e architettonicamente curioso riguarda gli alberghi urbani costruiti nei Paesi coloniali o esotici agli inizi del Novecento, caratterizzati dalla tendenza a trasferirvi il lusso occidentale, impiegando tuttavia un linguaggio mimetico ispirato, a volte goffamente, ai caratteri locali. Tra i più celebri il Pera Palace di Istanbul, realizzato dalla Compagnie des Wagons-Lits come terminale della linea ferroviaria Orient Express (1891), e l’Imperial Hotel a Tokio di F.L. Wright (1923).

Articolazioni dell’albergo contemporaneo

Nel corso del XX secolo lo sviluppo dei mezzi di trasporto su scala planetaria ha definitivamente trasformato il turismo in fenomeno di massa, con i relativi risvolti economici e finanziari. Ciò ha comportato una progressiva differenziazione in diversi filoni: balneare, montano, culturale, congressuale, religioso, termale eccetera, secondo un processo in continua evoluzione al quale corrisponde la specializzazione delle relative strutture ricettive.

Alberghi per il turismo naturalistico
Il turismo naturalistico, balneare e montano, anche sotto la spinta della costruzione di nuove linee ferroviarie, fu il primo a specializzarsi e, negli alberghi a esso destinati, gli spazi aperti, i portici, i pergolati, le terrazze, le verande diventarono elementi essenziali caratterizzanti. L’albergo balneare si sviluppò a cavallo tra seconda metà del XIX secolo e l’inizio del XX nei maggiori centri turistici d’Europa secondo i canoni estetici invalsi nel periodo della belle époque. In virtù anche dello spirito eclettico dell’epoca nascono così i grandi alberghi per il turismo alto-borghese nelle più rinomate località balneari. Tra essi il Grand Hôtel di Cannes (1864), il Grand Hotel di Brighton (1864), l’Avenida Palace Hotel di Lisbona (1892), l’Excelsior Regina Hôtel di Nizza (1897), l’Excelsior Palace di Venezia (1907), il Grand Hotel di Rimini (1908), l’Hôtel de Paris a Trouville sulla manica (1910), l’Hôtel Negresco di Nizza (1912) ecc.
Analogamente sorsero alberghi nelle località montane, sciistiche ed escursionistiche. Il turismo montano ebbe il suo primo periodo di intenso sviluppo tra il 1870 e il 1890 in Svizzera, dove a Saint Moritz sorse il Palace Hôtel (1896). Peculiare problema architettonico dell’albergo in zone panoramiche è la contraddizione tra l’uso del tipo edilizio con finestre sui due fronti contrapposti e l’esigenza di affacci sul fronte privilegiato, il quale, in genere piuttosto esteso, risulta quindi di forte impatto paesaggistico; un tentativo estremo di risolvere tale problema è costituito dal progetto (non realizzato) dell’albergho sulla scogliera a Gozo (Malta) dell’architetto J. Lafuente (1967). In tempi recenti, la crescente sensibilità ambientale ha comportato un rifiuto crescente verso gli impianti a forte impatto e ne ha imposto un più attento inserimento ambientale. Un esempio molto divulgato, in tal senso, è costituito dal recente piccolo albergo ipogeo Villa Vals (Vals, Svizzera, 2009).

Alberghi termali
Al turismo naturalistico si affiancò quello termale che, sebbene di antichissima tradizione, si sviluppò nelle forme attuali soprattutto a partire dalla metà del XIX secolo, con pionieristici precedenti già alla fine del XVIII secolo. In tutta Europa nacquero grandi alberghi per una clientela alto-borghese, specializzati per le cure termali e il benessere, il cui carattere mescolava il lusso degli alberghi urbani e balneari alle attrezzature per esigenze terapeutiche. Tra gli innumerevoli esempi sono celebri il Grand Hotel delle Terme a Salsomaggiore, presso Parma (1901), o il Gellert Hotel di Budapest (1918). Oggi si assiste a un rinnovato interesse per questo tipo di strutture (spesso denominate “spa” dal nome dell’omonima cittadina belga), che tendono a caratterizzarsi come centri benessere dotati di ogni servizio per la cura del corpo e per il relax psicologico cui segue un’attenta ricerca del design. La proliferazione di queste strutture ha visto recentemente le maggiori firme dell’architettura contemporanea cimentarsi nella loro progettazione; sono celebri: le Terme di Vals (Vals, Svizzera, P. Zumthor, 1996) o il più recente Centro benessere Tschuggen Berg Oase (Arosa, Svizzera, M. Botta, 2006).

Alberghi per il turismo congressuale
Sviluppatosi nella seconda metà del XX secolo, questo tipo di albergo si caratterizza per un’architettura raramente legata al luogo quanto piuttosto allo stile internazionale modernista. La voluta autonomia dal contesto diviene il carattere mediante il quale il viaggiatore ritrova ovunque una stessa forma di ospitalità e servizi degli stessi livelli qualitativi. Questo tipo di albergo è situato prevalentemente fuori dai centri storici, in prossimità dei nodi di traffico nazionali o internazionali quali aeroporti, terminali ferroviari e portuali ecc. Tra gli esempi europei significativo è il Royal Hotel Air Terminal della SAS (A. Jacobsen, 1961) la cui struttura è composta da un corpo basso a sviluppo orizzontale per i servizi comuni, sormontato da un parallelipedo di vetro contenente le stanze. Analoga struttura si riscontra in diversi alberghi dello stesso tipo: l’Hilton di Istanbul (Studio SOM, 1955), l’Hôtel El Aurassi ad Algeri (L. Moretti, 1968-1973) e l’Hilton di Roma (S.G.I., 1963), costruito tra le proteste per la sua collocazione in un ambiente storico-naturalistico di grande rilevanza.

Motel
Nato negli Stati Uniti a partire dagli anni Venti del secolo scorso lungo le principali strade nazionali, il motel è un albergo destinato al riposo degli automobilisti di passaggio. In genere non offre alcun tipo di servizio collettivo ed è costituito solo da una reception e da stanze distribuite mediante un ballatoio esterno al quale si accede direttamente dal parcheggio. Di tipo essenzialmente economico, tali strutture sono collocate talvolta anche nei centri urbani per i clienti meno abbienti. In Italia i motel o autostelli (autostello) hanno avuto nel passato recente un certo sviluppo lungo le tangenziali periferiche delle grandi città.

Ostelli per la gioventù
A partire dal primo ostello per la gioventù realizzato ad Altena, in Germania, nel 1912, tali strutture, destinate al turismo giovanile, si sono diffuse in tutto il mondo e sono organizzate da apposite associazioni. Normalmente gli ostelli sono dotati solo di spazi collettivi, privi di alloggi individuali, con bagni e servizi di uso comune. Dal punto di vista tipologico la struttura non differisce molto da quella degli alberghi tradizionali, costituita da una serie di stanze distribuite dal corridoio centrale. Si distingue tra i molti, in virtù del legame con le tecniche costruttive locali, l’albergo-Rifugio Pirovano per ragazzi a Breuil-Cervinia (Aosta, F. Albini, 1948-1952).

Residence
Sviluppatosi dapprima negli Stati Uniti e successivamente in Europa, il residence è una struttura destinata a nuclei familiari ristretti o a singoli che offre appartamenti completi a uso temporaneo. La centralizzazione dei servizi è ridotta spesso ai soli servizi di pulizia, portineria (a volte sono presenti anche bar e ristorante) e alla gestione dell’immobile. Esempi italiani sono a Roma il residence in via Nicotera (L. Piccinato, 1938-1943), originariamente denominato “casa-albergo”, e il Residence Garden (A. La Padula 1959-1962) nel quartiere dell’Eur.

Strutture ricettive contemporanee

Oggi, superata la tradizionale suddivisione dell’offerta alberghiera in albergo di transito, di soggiorno, stagionali e di permanenza eccetera, i maggiori alberghi hanno messo a punto nuove strategie in grado di rispondere alle esigenze di un mercato globalizzato e sempre meno legato ai flussi stagionali. Un’esigenza è rappresentata dalla tendenza a superare la specializzazione legata al contesto (ad esempio urbano, naturalistico, rurale ecc.) offrendo al cliente attrezzature complete, adatte tanto allo svago quanto al riposo, agli affari ecc. Ciò comporta, oltre alla necessità di spazi comuni articolati per ogni esigenza, l’utilizzo di sofisticate tecnologie impiantistiche e telematiche che si affiancano a zone per il relax, il fitness e il benessere sempre più necessarie ai nuovi alberghi.
La ricerca architettonica sul tema dell’albergo contemporaneo tende ad assegnare a ciascun edificio una propria identità autonoma definita da un’immagine esclusiva che, legata alla firma di architetti e di designer di fama internazionale, diventa la cifra con cui l’albergo si inserisce nel mercato mediatico mondiale. Le forme di un nuovo lusso, ricercato nell’esclusività del design, partecipano così alla cultura globale e l’habitat alberghiero ne comunica al visitatore messaggi e sensazione di appartenenza. Tra i numerosissimi esempi rappresentativi di questa tendenza (riscontrabile sia negli edifici nuovi che in quelli ristrutturati) si possono citare il The Hotel (Lucerna, J. Nouvel, 2000), l’Hotel Homm a Barcellona (J. Capella, 2003) e l’Es Hotel (Roma, King Roselli Architetti, 2003).
In una produzione internazionale tanto articolata non mancano comunque casi di alberghi che tendono a coniugare il design con la ricerca di un raffinato legame con il contesto e un attento uso di materiali soprattutto in zone di grande valore naturalistico, come il Vigilius Mountain Resort (Lana, Bolzano, M. Thun, 2005) o l’Hotel Eso (Cerro Paranal, Cile, Auer+Weber+Assoziierte, 1998-2001).
Accanto a un’offerta alberghiera di stampo elitario, sulla quale si concentra la ricerca dei grandi studi internazionali, si sono sviluppate strutture per la ricettività di massa, anche in virtù del cambiamento subito dal turismo stesso con la diffusione dei viaggi a prezzi moderati e con un’inedita organizzazione che vede spesso solidali tra loro le grandi agenzie di viaggi, le strutture ricettive e anche le istituzioni locali, sia pubbliche che private. Si assiste di conseguenza alla nascita di nuovi tipi di utenti. L’espansione del turismo giovanile, di quello religioso, di quello della terza età, e anche di quello, recentissimo, legato al mondo dello sport, è un  fenomeno che ha notevolmente modificato la domanda dando luogo a nuove strutture ricettive o a nuove accezioni di strutture già esistenti.

Villaggi turistici
Il villaggio turistico è formato in genere da piccoli aggregati di alloggi unifamiliari all’interno di un’area delimitata e protetta, organizzati da servizi comuni centrali collocati in un apposito edificio. Di solito realizzato in località non ancora urbanizzate e di particolare pregio naturalistico, il villaggio turistico tende a interpretare in modo commerciale i caratteri tipologico-formali del luogo assecondando le aspettative della clientela. Tra i primi nati negli anni Cinquanta ricordiamo il Club Méditeranée (Club Med) di Maiorca in Spagna, inizialmente costituito da un villaggio di capanne con i servizi in comune, oggi sostituiti da strutture più moderne e dotate di ogni comfort.

Resort
Con la denominazione “resort” viene identificata una struttura alberghiera complessa caratterizzata da un tema prevalente che ne informa tutti i servizi. Più specifici sono i resort a carattere urbano come ad esempio, negli Stati Uniti, quelli legati ai casinò di Las Vegas, che ne caratterizzano l’immagine urbana e allo stesso tempo ne sostanziano l’economia. I temi adottati dai resort possono essere svariati. Tra i più noti vi sono i resort Disney negli omonimi villaggi costruiti sia in Florida sia presso Parigi o l’Ice Hotel (A. Larsson, 2001) costruito a Jukkasjarvi (Svezia) interamente in ghiaccio. Molto diffusi sono anche i resort destinati al turismo naturalistico. In Italia vengono spesso denominati resort gli alberghi di lusso insediatisi in antiche dimore e ville storiche.

Albergo diffuso
L’albergo diffuso è una recentissima forma di ospitalità nata in Italia con l’intento di restituire vita ai centri storici abbandonati o in via di spopolamento. È un tipo di ospitalità basata su una struttura nella quale solo l’amministrazione e alcuni servizi sono centralizzati e i visitatori sono ospitati in case o borghi restaurati, messi in rete tra loro.

Alloggi turistici extra-alberghieri

Al sistema ricettivo alberghiero appartengono oggi anche altri tipi di strutture che, sebbene rivestano un ruolo di primaria importanza nell’economia legata al turismo, non possono ascriversi propriamente alla nozione di albergo. Se ne dà nel seguito solo un’indicazione sommaria.

Agriturismo
Si tratta di strutture ricettive organizzate all’interno di aziende agricole nelle quali il visitatore partecipa alle attività dell’azienda; in tempi recenti esse hanno progressivamente sviluppato e innalzato il livello degli standard qualitativi fino a divenire vere e proprie strutture per il soggiorno naturalistico.

Bed & Breakfast
Derivato dalla tradizione inglese, è una forma ricettiva di tipo economico che consiste in porzioni di case, arredate, che il proprietario cede in affitto per brevi periodi. Inserito per sua natura quasi sempre nel tessuto urbano consolidato il Bed & Breakfast offre spesso tipi di alloggio legati a forme di abitazione tradizionali.

Bibliografia

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