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Archivio (progettazione)

Figura 1 | Archivio | Progettazione architettonica

Sommario: 1. Progettazione2. Esempi3. BibliografiaBibliografia

1. Progettazione

La progettazione di un archivio richiede un’attenta considerazione della sua natura e delle sue funzioni. L’edilizia archivistica è infatti legata alle necessità dell’archiveconomia, il settore dell’archivistica che si occupa della conservazione materiale degli archivi. Ciò comporta una stretta collaborazione dell’architetto con gli archivisti per un’adeguata previsione delle loro esigenze e degli spazi occorrenti per le aree di lavoro, i depositi, gli uffici e i settori aperti al pubblico.

Nel passato i sistemi di archiviazione venivano adattati agli ambienti, non viceversa. Dalla seconda metà del secolo XIX, con la generale apertura al pubblico degli studiosi, si è creata l’esigenza di grandi edifici espressamente dedicati agli archivi. Gli archivi possono essere di nuova costruzione o possono inserirsi in edifici storici appositamente ristrutturati. I nuovi edifici sono più funzionali e permettono un miglior uso delle necessarie attrezzature e degli impianti tecnologici. Gli edifici antichi e le fabbriche esistenti, se da un lato limitano le possibilità di trasformazione e adattamento, offrono spesso il valore aggiunto del pregio storico artistico del contenitore al contenuto culturale degli archivi da custodire. In alcuni casi è possibile affiancare a una struttura preesistente una moderna fabbrica per i depositi. Ad ogni modo è sempre bene prevedere il progressivo incremento documentario e programmare spazio sufficiente per un largo spazio di tempo (almeno da 30 a 50 anni) o la possibilità di un successivo ampliamento. Si possono prevedere, nel progetto di un archivio, sia un corpo di fabbrica singolo che multiplo. In questo secondo caso conviene distinguere i magazzini dagli altri settori istituzionali. Occorre comunque sempre una netta separazione fra le zone di deposito e le altre parti: zone d’ufficio e zone per il pubblico con relativi servizi di biblioteca, fornitura copie, educativi, bookshop caffetteria ecc. La sicurezza dello stabile e del suo prezioso contenuto esige un efficace sistema antintrusioni e misure per prevenire furti, vandalismi e attentati terroristici. Nella scelta dei siti da adibire ad archivi occorre evitare zone sismiche o soggette a smottamenti, luoghi umidi, polverosi, con pericoli di inondazioni o vicini a fabbriche o impianti che emettono gas nocivi o fumi, a installazioni con materiali a rischio di incendio o prossimi ad obiettivi strategici o militari.

L’orientamento della fabbrica, anche quando i locali che contengono i materiali archiviati siano climatizzati, dovrebbe comunque evitare un’eccessiva esposizione solare, dannosa per i documenti, e al tempo stesso evitare eccessivo calore o umidità. Una corretta luce naturale è utile per gli ambienti di studio e lettura. Deve essere garantita una adeguata ventilazione e deumidificazione nei depositi, specie se sotterranei, con un rapporto temperatura/umidità costante, per evitare l’instaurarsi di problemi microbiologici dannosi per i documenti. I sistemi meccanici di condizionamento e climatizzazione però non devono essere soverchianti rispetto ai sistemi naturali. La compartimentazione dei depositi permette un più efficace controllo climatico e una idonea schermatura antincedio. I materiali da costruzione vanno scelti per garantire la sicurezza e l’inerzia termica.

Nella programmazione degli spazi vanno tenute presenti le principali funzioni degli istituti archivistici: 1- ricevere i nuovi versamenti di archivi; 2 – archiviarli per la conservazione; 3 – schedare, riordinare e inventariare i fondi; 4 – assicurarne la fruizione da parte degli utenti; 5 – riprodurre la documentazione con tecniche di fotoriproduzione.

A queste funzioni si aggiungono di solito quelle legate alla formazione del personale e alla didattica, quelle espositive e convegnistiche. Inoltre particolari tipi di documenti richiedono modalità di deposito e attrezzature specifiche. Così per esempio i documenti particolarmente rari e preziosi o quelli riservati, per i quali è necessario predisporre aree blindate e protette. I documenti di grande formato, come mappe, catasti, progetti o materiali pergamenacei, richiedono appositi sistemi di archiviazione. Altri supporti documentari esigono specifiche forme di conservazione e luoghi appropriati, talora con atmosfera modificata: documenti su pellicola fotografica e filmica, documenti informatici, supporti magnetici degli audiovisivi.

La scelta delle scaffalature di deposito è in funzione anche della tenuta dei solai oltre che dei tipi di documenti. Da ciò dipende per esempio la scelta fra sistemi di scaffalatura compatti o mobili. Per una funzionalità ottimale si devono studiare i flussi del pubblico, quelli del personale addetto, la movimentazione del materiale documentario per i diversi scopi (consultazione, lavorazione per schedatura e riordinamento, restauri, fotoriproduzioni, mostre). Particolare cura va riservata alla progettazione dei sistemi di sicurezza antincendio, alla prevenzione dei danni, all’illuminazione, alla climatizzazione e alla ventilazione. Gli ascensori devono essere distinti in due categorie: per uso di persone e per la movimentazione dei documenti dai depositi ai luoghi di utilizzo. In questo secondo caso devono essere calibrati rispetto alle dimensioni dei carrelli di trasporto dei materiali e al loro peso a pieno carico. Le caratteristiche di massima degli edifici archivistici e delle loro attrezzature sono state fissate dall’International Organization for Standardization, cfr. ISO 11799/2003, Information and Documentation: Document Storage Requirements for Archives and Library Materials.

2. Esempi

Walter Gropius, Bauhaus Archiv, Tiergarten, Berlino, Germania (1976-1979); Massimo e Gabriella Carmassi, Restauro del Foro Annonario come Biblioteca e Archivio Storico, Senigallia (1995-1998); Rafael Moneo, Archivio General y Real de Navarra, Pamplona, Spagna (1999-2003); Mansilla & Tunon, Archivio e biblioteca regionale, Madrid, Spagna (1996-2002); Italo Gamberini (con Loris Macci, Rino Vernuccio e Franco Bonaiuti), Archivio di Stato di Firenze, (1977-1988); M Claude Aureau, Cité des archives contemporaines, Fontaineblau, Francia (1969-1978); Chin Kah Tow, Malaysian National Archives, Kuala Lumpur, Malesia (1972-1982); Sj. Schamhart, General State Archives, Le Hague, Olanda (1976-1979); Eyvind Moestue – Per Carlsen, National Archives of Norway (Riksarkivet) Oslo, Norvegia (1968-1978); Miller Clavering McMaster, Public Record Office, Kew, Gran Bretagna (1977); F. Requat, Reinthaller and Partners, “Osterreichsiches Staatsarchiv, Vienna (1985).

3. Bibliografia

Carassi M., Massabò-Ricci I., Italian experiences in the adaptation of ancient buildings, in: «Mitteilungen des Österreichischen Staatsarchivs», 39, 1986, pp. 228-229; Duchein M., Archive buildings and equipment, München 1977; Kitching C., Archive Buildings in the United Kingdom 1977-1992, London 1993; Kleefisch-Jobst U., Special issue. Bibliotheken und Archive, in «Architektur + Wettbewerbe», n. 209, 2007, pp. 2-73; Modern buildings of National Archives, in «Archivum», vol. XXXI,1986; Proceedings of the 1989 meeting of ICA/CBQ on the adaptation of existing buildings for archival needs, in «Janus», 1992.

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