Arena | www.Wikitecnica.com

Arena

Padova, l'arena e le case Scrovegni (da F. Scoto, "Nuovo Itinerario d'Italia, con aggiuntate figure...", Padova, 1669).
Padova, l'arena e le case Scrovegni (da F. Scoto, "Nuovo Itinerario d'Italia, con aggiuntate figure...", Padova, 1669).

Definizione-Etimologia

Derivato dal latino arena, sabbia, indica lo spazio centrale degli anfiteatri (anfiteatro)e dei circhi (circo), cosparso di sabbia perché fosse assorbito il sangue versato durante i noti cruenti spettacoli e perché i cavalli non venivano ferrati. Arena indicava anche l’intero anfiteatro, mai un circo o uno stadio; parallelamente, il teatro veniva sinteticamente indicato come scaena. Un esempio di uso congiunto dei termini è in Svetonio, che nella Vita Tiberii descrisse l’imperatore come scenae arenaeque devotus. Arena può indicare genericamente un campo di lotta o, in accezione figurata, un confronto di idee, un dibattito culturale.

Generalità

Negli anfiteatri l’arena aveva pianta ovata, raramente ellittica; fa eccezione l’arena dell’anfiteatro di Casinum (San Germano, presso Montecassino), a pianta circolare. A seconda della natura del suolo, l’arena poteva essere interamente o parzialmente tagliata nella roccia (anfiteatro di Nepi), o scavata nel terreno, o ancora realizzata con un tavolato retto dalle strutture murarie sottostanti dei locali interrati di servizio (Circo Massimo e Anfiteatro Flavio di Roma); apposite aperture permettevano l’ingresso improvviso di animali e persone, portate in superficie con appositi elevatori.
L’arena spesso era a una quota inferiore rispetto a quella esterna all’edificio, per potere essere agevolmente allagata in occasione di spettacoli con battaglie navali o giochi acquatici. Un altare rituale era collocato in posizione defilata per lasciare libero lo spazio d’azione, talvolta arricchito con installazioni per suggerire uno scenario, ad esempio nel caso di “rappresentazioni” di cacce. Plinio, in Naturalis Historia, ricorda che Nerone voleva si colorasse la sabbia con bianco, rosso minio e verderame, così da mimetizzare il sangue versato dai combattenti.

Derivazione, processo formativo e filoni tipologici

Lo spazio per i giochi gladiatori e le manifestazioni sportive era inizialmente organizzato nella piazza del foro o ai margini della città, in strutture lignee temporanee. Elaborando i modelli consolidati dei teatri e degli stadi greci, la cultura romana produsse edifici e spazi differenziati in relazione all’attività da svolgervi. Nei circhi, destinati alle gare equestri, il campo di gara era allungato, con entrambe le estremità arrotondate, e attrezzato con una spina mediana leggermente ruotata rispetto all’asse longitudinale per facilitare il giro dei cavalli e dei carri da corsa (bighe e quadrighe); nel Circo Massimo e in quello di Forum Julii (Frejus), un fossato perimetrale proteggeva il pubblico.
Nello stadio, la pianta dell’arena utilizzata in senso longitudinale era rettangolare, lunga appunto 1 stadio (600 piedi, cioè 177 m in misura attica o 185 m in misura alessandrina), e con un solo lato curvo, tranne le rare eccezioni di tipo “anfiteatrale”. Durante la dominazione romana, in alcuni stadi greci la sezione terminale fu modificata per ricavare un’arena circolare oppure ovata, più adatta a ospitare i giochi gladiatori, come testimoniato ad Afrodisia in Caria nel IV secolo d.C.

Accezione moderna del termine

Nel Medioevo il termine designava l’insieme delle rovine di un anfiteatro; lo testimoniano gli anfiteatri di Verona, Pola, Aquileia, Padova, per i quali il vocabolo è ancora nell’uso corrente. Ampiamente documentata è a Padova “l’Arena, avanzo di grandioso anfiteatro romano”, poiché Enrico Scrovegni vi fece costruire il suo grande palazzo, nel quale incastonò la cappella di Santa Maria de charitate de arena, affrescata tra il 1303 e il 1306 da Giotto.
In Spagna, Francia e America Latina, arena indica il campo delle plazas de toros, le cui prime strutture stabili datano alla metà del XVIII secolo (Siviglia, 1730; La Ronda, 1754). Rilevante è lo storico edificio neomudejar Las Arenas a Barcellona, progettato da Augustin Font y Carreras nel 1899, e di cui è conservato intatto il solo perimetro (ora ospita un centro commerciale). Caso peculiare è l’arena di Algemes (Valencia), opera di Joan Segura Lago (1943), a pianta rettangolare con lati paralleli a quelli della Plaza Major nella quale si inserisce.
La pianta dell’arena di competizione nei moderni stadi o campi sportivi, pur in un unico spazio variamente fruibile, ripropone le articolazioni degli antichi edifici per lo sport e per lo spettacolo, deducendo anche la logica collocazione nelle zone periferiche delle città. Un fenomeno importante e diffuso si registra nelle città alla fine del XIX secolo, ma soprattutto nel primo trentennio del XX, con l’avvento del cinematografo: in porzioni di piazze o di giardini pubblici, ma anche nei cortili e sulle coperture a terrazza degli edifici, nei periodi estivi furono allestite “arene” all’aperto secondo piante dedotte dal modello teatrale.

Esempi

Le arene degli anfiteatri del mondo romano; degli stadi di tipo “ad anfiteatro”: Afrodisia, Laodicea di Frigia, Cesarea Marittima; degli stadi con pianta a U: Delfi, Olimpia, Atene; dei circhi: Roma, Arles, Leptis Magna; delle plazas de toros: Madrid, Siviglia, Roca, Valencia, Lisbona, e numerosi altri esempi in Colombia, Messico e Venezuela.

Bibliografia

Bonet Correa A., El estilo neoárabe en España, in Mozzoni L., Santini S. (a cura di), Architettura dell’Eclettismo. La dimensione mondiale, Napoli, 2006, pp. 47-90; Bordignon Favero E. (a cura di), Carte Foscari sull’Arena di Padova. La “Casa Grande” e la cappella degli Scrovegni, Venezia, 1988; Estense Selvatico P., Sulla cappellina degli Scrovegni nell’Arena di Padova, Padova, 1836; Friedländer L., Darstellungen aus der Sittengesch. Rom’s in der Zeit von August bis zum Ausgang der Antonine, II, 1862-1871; Hernando Carrasco J., Arquitectura en España, 1770-1900, Madrid, 2004; Plass P., The game of death in ancient Rome: arena sport and political suicide, Madison, USA, 1995; Pollak E., sub voce, in Pauly A.F., Wissowa G., Real-Encyclopadie, II, Stuttgart-München, 1896; Welch K., The Stadium at Aphrodisias, in “American Journal of Archaeology”, 102, 1998, pp. 547-569.

 

Arena

www.Wikitecnica.com