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Campeggio

Giorgio Collazuol | Campeggio | Progettazione architettonica

Sommario: 1. Definizione – Etimologia2. Generalità3. Processo formativo4. Progettazione5. EsempiBibliografia

1. Definizione – Etimologia

Dal latino campus, campo, pianura, superficie pianeggiante, ma passando per l’inglese camping; in latino medievale campus indicava una zona pianeggiante, esterna alla fortificazione, e dedicata alle esercitazioni militari. Anche in inglese la parola camping, prima di assumere il significato attuale, era utilizzata appunto per indicare un campo destinato alle esercitazioni militari.

2. Generalità

Terreno delimitato e custodito, solitamente in piano, oppure sistemato a terrazze orizzontali, con piazzole e attrezzature di servizio, dedicato alla sosta per motivi turistici o sportivi, di tende e roulotte; la parola campeggio può indicare più in generale anche il complesso degli edifici che ne fanno parte o anche un singolo edificio. Campeggio libero, porzione di terreno, delimitata ma non custodita, all’interno della quale è consentito campeggiare, talvolta con alcuni servizi minimi.

3. Processo formativo

La forma del campeggio deriva direttamente da quella dell’accampamento militare: una parte pianeggiante di terreno, recintata da una palizzata e un fossato, come nel castrum romano, o da altro sistema aggiornato, viene sistemata per alloggiare le tende e organizzata al suo interno con un tessuto più o meno regolare di piazzole e distribuita da una rete interna di percorsi. Ma il campeggio moderno ha funzioni esclusivamente turistiche o sportive e non discende storicamente dall’accampamento militare, anche se ne eredita direttamente le principali caratteristiche funzionali. Il primo campeggio moderno, il Gunnery Camp a Washington nel Connecticut negli Stati Uniti fu fondato nel 1861. Nel 1885 venne realizzato da Summer F. Dudley il primo campeggio dell’YMCA a Newburgh, New York. Con il secolo XX l’attività del campeggio sportivo si diffonde e nascono numerose associazioni di campeggiatori anche in Europa, dove vengono aperti i primi campeggi, come il Cunningham Camp a Howstrake nell’Isola di Man, GB (1894). Il campeggio trova una grande diffusione in Italia solamente a partire dagli anni ’20 come portato della cultura sportiva e salutista. Nel 1949 viene realizzato il primo campeggio fisso italiano, il Parco Leopardi a Torino. Il Campeggio raggiunge una diffusione di massa in Italia solamente dopo il 1954, quando il Touring Club lo comincia a promuovere tra le sue attività. A partire da quegli anni si registrano anche alcuni esempi d’autore come il Campeggio realizzato da Carlo Scarpa a Fusina, vicino a Venezia tra il 1957 e il 1959. Anche lo stesso Le Corbusier sperimenta il progetto di attrezzature per il campeggio, prima con le Unità da campeggio a Roquebrune-Cap-Martin, Francia (1949), piccole cabine da campeggio e poi con il Petit Cabanon nella stessa località (1954-1957), una piccola costruzione in legno interamente arredata all’interno.

4. Progettazione

I campeggi sono collocati prevalentemente in prossimità di località turistiche di rilievo, devono essere connessi alla viabilità principale, essere interamente recintati e avere ingressi dotati di dispositivi per il controllo dell’accesso di persone e veicoli. Nella scelta del sito da destinare alla realizzazione di un campeggio, oltre delle norme del Piano Regolatore Generale e delle altre norme urbanistiche, occorre tenere in conto diversi aspetti, come l’accessibilità, l’esposizione, la protezione dai venti locali, lo smaltimento delle acque piovane, la privacy e l’ombreggiatura: sono da evitare le collocazioni interne agli argini golenali e, in generale, in prossimità dei corsi d’acqua, per evitare il pericolo di allagamento. Deve essere progettata accuratamente anche la rete di drenaggio delle piazzole per smaltire rapidamente, in caso di pioggia, le acque piovane senza ristagni. Possono essere previste piazzole con varie dimensioni per i diversi tipi di tende, carrelli tenda, roulotte o caravan, veranda, camper o autocaravan, e talvolta sono presenti anche dei piccoli edifici fissi in legno, detti bungalow. Da ciascuna piazzola devono essere facilmente accessibili a piedi tutti gli altri servizi che, di solito, sono ospitati all’interno di piccole costruzioni stabili: tra le funzioni più diffuse troviamo l’ingresso-reception, il parcheggio, i servizi igienici, la lavanderia, il bar-ristorante, il supermercato, le sale da riunione e la discoteca; possono essere previsti anche spazi per cucinare e mangiare all’aperto. Sono spesso presenti anche attrezzature per attività sportive al chiuso, come le palestre, le terme e le saune, e all’aperto, come i campi da tennis, da pallone o le piscine. Le piazzole possono avere dimensioni variabili dai 3×3 ai 5×8 m e si distinguono in piazzole attrezzate e piazzole senza attrezzature. Spesso sono necessarie, all’interno del perimetro del campeggio, anche delle zone non delimitate per il libero posizionamento, da parte degli utilizzatori, di piccole tende o di gruppi di tende. Tutti gli spazi aperti, ma in particolare le piazzole, dovrebbero essere delimitati da siepi o muretti ed essere in parte ombreggiati da alberature o pergole. Particolare attenzione va posta al dimensionamento delle rete delle bocchette antincendio e alla disposizione degli idranti. In Italia la normativa sui campeggi segue la Legge quadro sul turismo, n. 135, 29/3/ 2001: dopo la riforma dell’art. 117 della Costituzione nel 2001, il potere legislativo in materia di turismo e infrastrutture ricettive all’aria aperta è stato affidato in via esclusiva alle singole Regioni. Ogni Regione provvede pertanto a regolamentare i campeggi con una sua specifica normativa, come la Regione Lazio con la Legge Regionale n. 59 del 3/5/1985, Disciplina dei complessi ricettivi campeggistici. Tutte le aree per il campeggio e che sono anche raggiungibili direttamente dagli autoveicoli, vengono dette “aree di sosta” e devono seguire ulteriori indicazioni normative che specificano quali sono i requisiti minimi: questi possono variare da Regione a Regione. Le “aree di sosta” sono dotate generalmente del pozzetto di scarico autopulente per acque grigie e nere collegato alla fognatura, di un erogatore per l’acqua potabile, di un sistema d’illuminazione, dei contenitori per i rifiuti, di tabelle toponomastiche e di punti d’informazione. Le “aree di sosta” devono essere inoltre facilmente individuabili per mezzo di segnaletica stradale verticale, che indichi tutti i servizi, e soprattutto devono essere utilizzabili, come tutto il campeggio. senza alcuna difficoltà anche dalle persone con limitate capacità motorie.

5. Esempi

Aldo van Eyck, Attrezzature igieniche per il campeggio, Loenen aan de Vecht, Paesi Bassi (1969). Imre Makovecz, Laszlo Mados e Miklos Pap, Campeggio e centro ricreativo, Visegrád, Mogyoró Hill, Ungheria (1978). Ubaldo García Torrente, Campeggio “La Torerera”, Finca La Torerera, Calañas, Huelva, Spagna (1990-2001).

Bibliografia

Chiambretto B., Le Corbusier à Cap Martin. Le cabanon, Marseille 1987; Clutton E. W., Camping and caravans: environmental problems, London 1971; Magistrelli M., I campeggi: criteri di progettazione, strutture edilizie, impianti, Roma 1981; Neumann E., Garten und Camping, Design für das Leben draußen, Darmstadt 1978; Sironneau J., Droit du camping: camping caravaning, parcs residentiels de loisirs, Paris 1982; Di Nicola M., Guida alla realizzazione di opere sul demanio marittimo: piano di utilizzazione degli arenili, stabilimenti e attrezzature balneari, camping, villaggi turistici, attracco barche e porti turistici, vincoli naturalistici, Rimini 2002.

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