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Environmental design

Definizione

L’environmental design rappresenta l’insieme delle azioni finalizzate a un intervento di trasformazione, dalla scala dell’oggetto a quella del territorio, in cui le alterazioni morfologiche, strutturali e funzionali, dirette e indotte, del sistema ambientale, dalla fase di approvvigionamento a quella di smaltimento, siano riequilibrate in termini qualitativi e quantitativi; in cui sia perseguita l’ottimizzazione e il risparmio dei consumi energetici e la riduzione drastica degli scarti; in cui venga garantita la salute psicofisica degli operatori in tutte le fasi e si cerchi il raggiungimento del benessere dell’utilizzatore.

Generalità

Il campo di intervento dell’environmental design si articola nella ricerca di uno stato di equilibrio tra attività antropiche e sistemi ambientali attraverso l’integrazione di due indirizzi diversi, uno volto alla conservazione dell’ambiente, l’altro alla sua trasformazione: la progettazione si configura, quindi, come sistema tecnologico intermedio, multidisciplinare, quantitativamente e qualitativamente flessibile, capace di combinare risorse tecniche locali e processi innovativi.
Dal punto di vista operativo si possono individuare come linee strategiche:

  • la riduzione del consumo energetico, ottenuta tramite una corretta esposizione solare, l’impiego passivo e attivo di energie rinnovabili per il riscaldamento, il raffrescamento, l’illuminazione naturale e la produzione di energia elettrica;
  • il perseguimento della massima efficienza energetica nei sistemi e negli impianti, la limitazione delle dispersioni;
  • l’ottimizzazione di tutte le fasi di gestione, dalla realizzazione allo smaltimento, tenendo conto del ciclo di vita del manufatto e dei suoi componenti; il controllo corretto dei cicli ambientali, come quello dell’acqua e dei rifiuti;
  • la riduzione dell’impiego di materiali e risorse; il riuso di materiali e componenti; il riciclaggio dei prodotti.

Con l’affermazione del concetto di environmental design nella prassi costruttiva dei paesi del centro e nord Europa, si è sviluppata anche la sua definizione normativa Europea: il Trattato di Amsterdam del 1997, infatti, considera lo sviluppo sostenibile e la salvaguardia dell’ambiente come uno dei capisaldi della politica comunitaria. Per quanto riguarda l’assetto del territorio e dell’ambiente costruito, la Direttiva 2001/42/CE impone l’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile, mentre la Direttiva 2002/91/CE, aggiornata dalla Direttiva 2010/31/UE, stabilisce i criteri per l’uso razionale dell’energia e l’ottimizzazione del rendimento energetico nell’edilizia. Quest’ultima in particolare riconosce come l’energia impiegata nel settore edilizio rappresenti il 40% dell’uso totale di energia della UE e impone ai paesi membri di ridurre il consumo di energia individuando strategie per il riscaldamento e il raffrescamento passivo, l’illuminazione naturale, lo sfruttamento attivo delle energie rinnovabili, l’ottimizzazione di sistemi e impianti. Inoltre introduce lo strumento della “certificazione energetica”, per migliorare la qualità dell’edilizia diffusa e aumentare la consapevolezza ambientale della popolazione.

Bibliografia

Commissione Europea, Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta – Sesto programma di azione per l’ambiente, Bruxelles, 2002; Consiglio Europeo, Strategia europea per lo sviluppo sostenibile, Bruxelles, 2006; Consiglio Europeo, Trattato di Amsterdam, Amsterdam, 1997; Direttiva 2010/31/CE sulla prestazione energetica nell’edilizia, Bruxelles 2010; Direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico nell’edilizia, Bruxelles, 2002; Direttiva 2001/42/CE concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente, Bruxelles, 2001.

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