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Rosone

Abbazia di Fossanova (Latina), rosone sulla facciata della chiesa.
Abbazia di Fossanova (Latina), rosone sulla facciata della chiesa.

Definizione – Etimologia

Grande finestra circolare (oculo) aperta sulle facciate delle chiese, decorata al suo interno da una struttura ornamentale lavorata a traforo, solitamente lapidea e a motivo radiale, tamponata da vetrate spesso colorate e figurate. Il suo nome, in uso dal XVII secolo come accrescitivo del termine di derivazione latina rosa, ne suggerisce la somiglianza con la struttura a corolla e petali dei fiori.

Caratteri ed evoluzione

Sebbene da alcuni considerato in un’accezione ampia, a comprendere anche gli elementi dai quali ha avuto origine, quali grandi oculi, semplici o cuspidati, e transenne con disegni radiali, già in uso rispettivamente nell’architettura paleocristiana (specialmente in Siria) e altomedievale (transenna di S. Salvador a Priesca, prima metà del X secolo), il rosone propriamente detto è contraddistinto dal traforo, introdotto a partire dal XII secolo in alcune chiese romaniche, a ornamento e rinforzo strutturale di oculi dai diametri sempre più grandi. Dalla “ruota” a raggi rettilinei, formati da pilastrini o minute colonne, e dalle strutture a semplice disposizione radiale di piccoli oculi lobati (transetto della cattedrale di Laon, fine XII secolo) o a profilo circolare (SS. Pietro e Paolo a Guinicourt), la geometria del traforo si complica con l’ingrandirsi dell’oculo che, nell’architettura gotica, grazie alla ridotta funzione strutturale delle pareti, arriva spesso ad occupare quasi l’intera larghezza del prospetto in cui si apre.
Lo stile rayonnant è segnato da una geometria prevalentemente radiale, a volte appena attenuata da varianti che ne riducono l’aspetto caratterizzante (come dimostra la corona perimetrale di lunette che orna il traforo sulla facciata della cattedrale di Laon); esso si riscontra nella maggior parte dei trafori di età gotica, quando il rosone si diffonde in Europa con un alto numero di esempi (fra i più noti, quello duecentesco a doppia raggiera e archi trilobati aperto sulla facciata di Notre-Dame a Parigi, il cui diametro misura circa 15 m).
A partire dal XIV secolo, forme fluide e sinuose cominciano a sostituirsi alla linearità dello schema radiale nei trafori in stile “curvilineo” di matrice britannica, anticipatori dei complessi e arditi intrecci di linee dello stile flamboyant francese. Questo, affermatosi sul volgere del Trecento, caratterizza l’aspetto d’importanti rosoni quattrocenteschi (come quello della Sainte-Chapelle a Parigi, inserito nel 1485 in sostituzione d’un precedente rosone “radiante”) e giunge a interpretazioni decisamente fantasiose ed eccentriche nel XVI secolo (cattedrale di Bazas, 1535), quando l’uso del rosone declina rapidamente, per riapparire solo nei revival storicistici ed eclettici ottocenteschi.
In Italia, dove le novità d’oltralpe si fondono con le tradizioni costruttive locali, predomina il rosone di tipo radiale, aperto spesso in facciate composte da semplici piani murari a costituirne l’elemento decorativo di maggior richiamo.

Collocazione

Posto di regola al centro delle facciate principali, in asse con il sottostante portale, il rosone può trovarsi anche ripetuto, ma con minor diametro, in corrispondenza delle navate laterali (come nelle chiese assisiati di S. Pietro e S. Rufino e nell’aquilana S. Maria di Collemaggio) o alle testate dei transetti (molti gli esempi nell’ambito del Gotico francese, fra i quali spiccano le cattedrali di Chartres e di Reims) e, talora, inscritto in strutture traforate più ampie, all’interno di cornici quadrate o archi ogivali.

Bibliografia

Cowen P., Il rosone. Geometria della luce, Roma, 2005.

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