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Scala grafica

Definizione – Etimologia

Raffronto tra la dimensione lineare della rappresentazione e la misura reale. Si esprime con un numero adimensionale rappresentato da un rapporto, dove il numeratore si riferisce alla grandezza lineare del disegno, e il denominatore all’analoga reale. Il termine deriva dal latino scàla (gradino) e grafica dal greco graphe, da intendersi coi duplici significati di «scrivere» e «disegnare».

Generalità

In cartografia e nel disegno tecnico è detta scala grafica anche il segmento graduato, suddiviso in parti uguali, con l’indicazione delle corrispondenti misure reali. Oltre a consentire un apprezzamento visivo delle distanze reali, la scala grafica facilita la lettura di carte riprodotte fotograficamente o in modo digitale, dato che il segmento della scala viene ridotto o ingrandito con la stessa proporzione della rappresentazione grafica.
Per quanto riguarda la rappresentazione grafica e le scale dimensionali, attualmente la normativa europea di riferimento è la UNI EN ISO 5455:1998. Nel disegno tecnico le scale di rappresentazione sono solitamente selezionate in funzione di due criteri, in relazione alla grandezza dell’oggetto che deve essere raffigurato e alla dimensione finale del disegno, elementi che definiscono la tolleranza dell’errore ammissibile che in proporzione alla scala grafica deve essere minore dell’errore di graficismo convenzionale (± 0.2 mm).

Bibliografia

Docci M., Maestri D., Manuale di Rilevamento Architettonico e Urbano, Roma-Bari, 2009; Ferrari S., Dizionario di arte e architettura i termini, le correnti, i concetti, Milano, 2006, Rossi R., Il manuale del disegnatore, Milano, 1996.

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