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Legno (prodotti)

Minami Aoyama, Tokyo (Giappone), Cake shop SunnyHills, Kengo Kuma & Associates, 2014.
Minami Aoyama, Tokyo (Giappone), Cake shop SunnyHills, Kengo Kuma & Associates, 2014.

Definizione

Vengono comunemente definiti “prodotti in legno” i prodotti di prima e di seconda lavorazione ottenuti da operazioni di semplice riduzione volumetrica, per distinguerli dai “prodotti di derivazione legnosa” (o prodotti derivati dal legno), ottenuti dalla seconda lavorazione per ricomposizione di elementi unitari o di materiale particolato e lavorazioni successive.

Generalità

I prodotti in legno ottenuti dalla prima lavorazione prevedono processi di trasformazione del legname rotondo o tondame da sega che, attraverso la lavorazione del tronco, dà luogo a “segati” (pali, travi, tavole), nonché a prodotti più sottili come sfogliati, tranciati e altri prodotti di dimensione volumetrica e peso sempre minore (trucioli, particelle, fibre, cascami) che possono essere impiegati per lavorazioni successive. I segati si utilizzano nella forma originale o ulteriormente lavorati, mentre gli sfogliati, i tranciati ed i prodotti della segagione vengono avviati a lavorazioni successive.

I prodotti della seconda lavorazione si ottengono da elementi già parzialmente lavorati nella prima i quali, ulteriormente ridotti e ricomposti con tecniche diverse, danno luogo ad elementi più complessi. Nell’ambito di questa lavorazione è possibile distinguere tre categorie di prodotti: quelli ottenuti da operazioni di semplice riduzione volumetrica che viene effettuata attuando una selezione dei tagli, da effettuare secondo direzioni preferenziali della sezione del tronco, che sfruttano appieno le caratteristiche intrinseche del legno, come listoni, tavolette, doghe, perlinati, listelli; i prodotti derivati dalla ricomposizione di elementi unitari, come elementi strutturali composti in legno massiccio, in legno lamellare e microlamellare (LVL, Kerto), pannelli a fibre incrociate come il compensato, multistrato, paniforte, X-Lam; i prodotti derivati dalla ricomposizione di materiale particolato quali pannelli di particelle o truciolari; di particelle e leganti minerali (cemento Portland, magnesite, gesso); di particelle speciali (OSB, Oriented Strand Boards); di fibre ad alta densità (HDF) o media densità (MDF); i pannelli in lana di legno, ecc.

Sempre a partire dai prodotti di seconda lavorazione, sottoposti a procedimenti di stratificazione, giustapposizione, incastro, con materiali di diversa natura (film plastici, lamine metalliche, polistirene, sughero, acciaio, fibre di carbonio o vetro, ecc.), è possibile ottenere altri prodotti quali pannelli sandwich, stratificati, tamburati, laminati, placcati e controplaccati, nobilitati, elementi strutturali armati ecc.

Le proprietà dei prodotti della seconda lavorazione e successive dipendono da diversi fattori, primo fra tutti il tipo di specie legnose che si utilizzano; altri riguardano i controlli effettuati nel processo produttivo sulle caratteristiche prestazionali degli elementi a base di legno utilizzati (elementi unitari o materiale particolato), altri ancora riguardano le caratteristiche dimensionali, le modalità di incollaggio e eventuali additivi da utilizzare. Grazie a questi accorgimenti è possibile incrementare importanti prestazioni quali l’isolamento termico e acustico, la resistenza meccanica, il comportamento al fuoco, le caratteristiche estetiche.

Tra i prodotti di derivazione legnosa, quelli di seconda lavorazione ottenuti dalla ricomposizione di elementi unitari, conservano buona parte delle caratteristiche del legno massiccio (spesso di conifere) da cui derivano: discreta anisotropia, elevato livello di resistenza lungo una direzione preferenziale, venatura e disegno della specie di origine. Rispetto ai prodotti in legno massiccio, presentano caratteristiche che li rendono particolarmente competitivi per un uso strutturale grazie ad una maggiore omogeneità, peso ridotto, facilità nelle connessioni, buon comportamento al fuoco ed economicità della posa in opera. Tra questi, i microlamellari e i pannelli a fibre incrociate tipo X-lam, dalle prestazioni meccaniche migliorate, risultano particolarmente vantaggiosi per la realizzazione di costruzioni antisismiche.

I prodotti derivati dalla ricomposizione di materiale particolato, ottenuti invece a partire da materiale meno pregiato (scarti della prima lavorazione), sono caratterizzati da una minore resistenza meccanica derivante dall’interruzione di continuità della fibratura del legno che può essere solo in parte recuperabile aumentando la pressione di ricomposizione, la quantità delle colle e, soprattutto, migliorando la disposizione degli elementi. Diversamente, presentano una buona stabilità rispetto a variazioni termo-igrometriche ed elevata uniformità delle caratteristiche fisico-meccaniche che consentono di ottenere forme o curvature complesse, stabili nel tempo. Tra questi prodotti, i pannelli di particelle di legno o truciolari monostrato sono ottenuti a partire dal materiale particolato, legato con resine sintetiche o leganti minerali, sottoposto a pressione.

Le particelle possono essere disposte secondo un’organizzazione casuale o seguendo allineamenti prestabiliti (OSB a scaglie orientate) oppure, secondo un’organizzazione di strati che prevede una distribuzione simmetrica di elementi di granulometria progressiva dalla superficie verso l’asse mediano del pannello, destinando così le particelle più fini per le facce e le più grossolane per gli strati interni (truciolare). L’economicità di questi prodotti ne consente un uso molto diffuso che va dall’edilizia (partizioni interne orizzontali e verticali, infissi interni) al campo dell’arredamento (elementi base di mobili successivamente laminati).

Altri pannelli utilizzati nel campo dell’edilizia e dell’arredo sono a base di fibre finissime di uguali dimensioni legate con colle ureiche, melamminiche o fenoliche spesso addittivate con indurenti, pressati a caldo. Possono essere ad alta o media densità e presentano una struttura compatta e omogenea, ed una maggiore massa volumica rispetto ai pannelli di particelle, elevata rigidità, buone caratteristiche meccaniche, stabilità dimensionale e facile lavorabilità. I pannelli di lana di legno (costituiti da strisce sottili e lunghe di pioppo o specie resinose, compresse insieme ad una malta cementizia o all’ossido di magnesio) presentano caratteristiche meccaniche assimilabili agli altri pannelli, oltre che buone proprietà termiche che ne indirizzano l’uso prevalente in edilizia come partizioni interne verticali ed orizzontali, pannelli per l’isolamento di coperture, casseri a perdere.

Attraverso lavorazioni successive alla seconda, si possono ottenere altri prodotti tra cui: i pannelli sandwich, utilizzati essenzialmente per la coibentazione di superfici che possono avere (a seconda della composizione e spessore degli strati) anche funzione portante. Le superfici esterne sono generalmente in compensato, multistrato o pannelli di particelle con interposto uno strato di materiale isolante (polistirene espanso, fenolo espanso, lana di roccia, lana minerale o sughero).

Altri prodotti che si ottengono in questa fase di lavorazione sono: i tamburati (tamburato); i pannelli placcati e controplaccati a base di particelle o di fibre rivestiti (su una o entrambe le superfici) di sfogliato o tranciato di legni pregiati (noce, mogano ecc.); i pannelli laminati o bilaminati rivestiti con laminato plastico; i pannelli nobilitati rivestiti con carta impregnata di resina termoplastica per rendere le superfici impermeabili.

Bibliografia

AA.VV., Atlante del legno, Torino, 1998; Ferrante T. (a cura), Legno e innovazione, Firenze, 2008; Giachino D., Legno. manuale per progettare in Italia, Torino, 2013.

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