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Morfologica, analisi

Definizione

L’analisi morfologica è un metodo di conoscenza basato sullo studio delle forme. Indaga cose e processi cercandone la logica e i possibili nessi di collegamento secondo ordinamenti concettuali basati sulle loro strutture percepibili. La genericità dei termini definitori rende il tema soggetto a vistosi adattamenti disciplinari; pertanto il campo d’indagine si caratterizza soprattutto in base al suo ambito applicativo.

Generalità

Si fa risalire a Kant (1798), ma soprattutto a Goethe (1790) l’interesse per un procedimento mirato a ricercare nella realtà, e principalmente nella natura, una successione mirata di cambiamenti volta ad individuare quanto di generale esiste nel particolare, vale a dire quanto di eterno esiste nel transitorio e quanto di universale e finalizzato esiste nel locale e nel circostanziato. Il fine euristico dell’analisi morfologica è di indagare i fenomeni per cercarne la base comune di formazione, vale a dire l’insieme delle leggi naturali che indirizzano omogeneamente lo sviluppo di ogni sistema di relazioni, ad esempio in ambito linguistico, artistico, biologico e medico nonché geografico e geologico.
Nella seconda metà dello scorso secolo confluirono nell’analisi morfologica molti esiti delle ricerche strutturaliste sorte nell’ambito della linguistica teorica, che trovarono ampia applicazione in antropologia, storiografia e critica letteraria. Nel campo biologico l’analisi morfologica indaga la forma, la struttura e i processi generativi ed evolutivi degli organismi viventi, anche in modo comparativo; in campo linguistico si occupa della grammatica, della sintassi e della fonetica, mentre in campo geologico ha per oggetto l’orogenesi ma anche il paesaggio.
In campo urbanistico e architettonico l’analisi morfologica trova ambiti di studio eccellenti, anche perché le trasformazioni vi si svolgono con grande rapidità e consentono indagini esperibili in tempo reale. L’analisi morfologica urbana si occupa in particolare della formazione e trasformazione del tessuto fisico della città, oltre che delle relazioni che al suo interno si stabiliscono. Ne studia gli elementi ricorrenti, le leggi di crescita, gli aspetti di regolarità e di anomalia nei processi di espansione nonché i relativi esiti nel complessivo fenomeno dell’urbanizzazione (L. Mumford, P. Hall); studia anche le cause motrici dei cambiamenti e le possibili incidenze sul divenire della città.
Ha conseguenze importanti nella progettazione urbana soprattutto in un quadro dinamico, nel quale si mira ad estrapolare, per quanto possibile, le prevedibili proiezioni per il futuro a partire dalle caratteristiche morfologiche degli eventi passati, riconoscibili in determinati “modelli comportamentali” della città.
Nell’attuale momento di violenta metamorfosi della forma, della struttura, delle dimensioni e degli aspetti relazionali delle grandi megalopoli ci si chiede con preoccupazione quanto un’analisi morfologica dell’esistente, o anche dell’attuale dinamica di trasformazione, possa essere ancora inquadrata in un’idea di continuità storica; nonché, in particolare, quanto e se i modelli urbani oggi disponibili (lineari, radio-centrici, policentrici, diffusi ecc.) abbiano senso per l’insorgente megalopoli.
A considerazioni analoghe conduce l’interrogativo di quanto l’analisi morfologica condotta sull’architettura contemporanea possa avere un ruolo nello stabilire l’iter dei processi progettuali del futuro, pressati da salti dimensionali, tecnologici ed economici dalla prospettiva insondabile. Non è in tal senso inopportuno chiedersi se l’architettura e la città attuali abbiano ancora modelli di crescita, ancorché fortemente dinamica, e di metamorfosi, ancorché violenta, che siano assoggettabili ad analisi, e soprattutto se abbiano ancora una “forma” conoscibile dalla dimensione umana.

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