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Fenicio-punica, architettura

Kerkouane, Capo Bon, Tunisia. Resti di un abitato; in primo piano una vasca da bagno rivestita in cocciopesto.
Kerkouane, Capo Bon, Tunisia. Resti di un abitato; in primo piano una vasca da bagno rivestita in cocciopesto.

Definizione

La civiltà fenicia si definisce a partire dal 1200 a.C. circa sulla costa di Libano, Siria e Cipro. I Fenici, organizzati in città-stato, svolgono attività legate al commercio e all’industria dei metalli e dei tessuti (dal termine greco φοίνιξ, rosso porpora, deriverebbe il loro nome) e si espandono verso il Mediterraneo Occidentale, dove fondano colonie a partire dal IX sec. a.C.. Si riconoscono nell’architettura fenicia, oltre a caratteri comuni all’area mediorientale, gli apporti del mondo egizio e di quello greco, che divengono nel loro sincretismo espressione autonoma. Il nome Fenici si riferisce alla popolazione della madrepatria; Punici è l’adattamento latino del nome originale riferito alla popolazione di Cartagine, la colonia fenicia più importante, e alle città da essa fondate.

Generalità

Resti significativi della presenza punica sono in nord Africa, Spagna meridionale, Sicilia e Sardegna. Gli insediamenti fenici si posizionano su promontori o isolette di fronte alla costa, protetti da una o più cinte murarie dotate di torri. Si riscontra in più casi l’uso di schemi urbanistici a maglia ortogonale. Il nucleo centrale è formato da un’acropoli attorno a cui sono quartieri con case, edifici di culto e per attività commerciali e industriali. I porti naturali sono integrati da opere artificiali come canali e bacini di carenaggio (cothon).

I luoghi di culto sono spesso semplici recinti che racchiudono stele o cippi; presso le grandi città si trovano santuari con edifici coperti entro un recinto talora porticato, in blocchi di pietra, con altare e cella, o sacelli associati a specchi d’acqua.

Il tofet, luogo di culto destinato alla sepoltura e forse al sacrificio di bambini, è posizionato presso le mura. Le necropoli sono esterne all’abitato, con tombe a fossa, a pozzo (con camere sepolcrali che si aprono in fondo o ai lati di un camino verticale di accesso) e a dromos. In età ellenistica si diffondono monumenti funerari a torre con copertura piramidale.

Le abitazioni di Cartagine avevano fino a 6 piani; le abitazioni di Kerkouane, VI-III sec. a.C. sulla costa tunisina, hanno ingresso che immette in un cortile attorno a cui si dispongono i diversi ambienti e una stanza da bagno; nel cortile sono il pozzo e l’eventuale scala di accesso ai piani superiori.

Le murature fenici sono in pietra, a grandi blocchi a spigoli vivi (es. per templi o monumenti sepolcrali), con tecnica a ritti verticali (blocchi più grandi costituenti un’intelaiatura ed elementi più piccoli e irregolari di riempimento con malta, il cosiddetto opus africanum, diffuso anche in età romana) oppure con basamento in pietra e alzato in pisè o mattoni crudi; gli elementi decorativi in calcare stuccato. Le pavimentazioni sono in genere in battuto o in signino, con tessere decorative in marmo; nelle aree pubbliche si possono trovare lastricati in pietra. I capitelli utilizzati sono quello eolico e quello ionico in numerose varianti ma a Cipro sono stati trovati anche capitelli hathorici. La trabeazione è formata in genere da architrave e cornice a gola egizia ma si usano anche trabeazioni di tipo greco.

Bibliografia

AA.VV., I Fenici, S. Moscati (a cura), Milano, 1988; Prados Martinez F., Introducciòn al estudio de la arquitectura pùnica, Madrid, 2003.

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