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Immagine

Valcamonica, parco nazionale di Naquane: incisioni rupestri, primitive immagini di architettura.
Valcamonica, parco nazionale di Naquane: incisioni rupestri, primitive immagini di architettura.

Definizione

La forma percepibile degli oggetti, così come si presentano alla vista e anche la loro rappresentazione, soprattutto se riferita alle apparenze esteriori. Il modo di configurarsi delle sembianze di un oggetto rispetto a un osservatore. Il modo di apparire degli oggetti, esprimibile in una sua rappresentazione. Talora sinonimo di figura, che però implica una sorta di identità tra rappresentazione e oggetto (la figura che rappresenta un quadrato ‘è’ un quadrato). Nel linguaggio corrente, immagine e figura sono termini che hanno ampie sovrapposizioni di significato, dipendenti dalle larghissime condizioni d’uso.
Comunemente per immagine si intende una raffigurazione bidimensionale, una proiezione, schema o costruzione grafica, di una realtà bi o tridimensionale; ma immagine può anche essere, essa stessa, una rappresentazione tridimensionale, un modello o una scultura, oppure una rappresentazione mentale, un’idea o una fantasia.

Generalità

Geometria descrittiva

In geometria descrittiva si chiama immagine la proiezione di un oggetto sul piano di rappresentazione, vale a dire l’intersezione con esso del fascio dei raggi proiettanti l’oggetto secondo una direzione o un centro di proiezione convenuti. Il rapporto tra realtà e immagine è un rapporto univoco (non biunivoco) perché nel passaggio dallo spazio della realtà alla superficie della rappresentazione va perduta la profondità. Con l’ausilio di rappresentazioni accoppiate, o di altri procedimenti che formano il corpus disciplinare della geometria descrittiva, si opera in modo che la dimensione perduta sia ricostruibile attraverso tecniche o indizi vari e il rapporto possa essere biunivoco.
In prospettiva l’immagine è ottenuta per proiezione della realtà dal punto di vista, vale a dire per intersezione con il quadro di tutti i raggi visivi che ne intercettano i diversi punti. Così l’immagine prospettica di un punto è la sua proiezione sul quadro; l’immagine prospettica di una retta è la retta che contiene tutte le immagini dei suoi punti; l’immagine prospettica di un piano è il piano che contiene tutte le immagini dei suoi punti e delle sue rette, e coincide quindi con lo stesso piano di quadro per intero, ma convenzionalmente (e operativamente) lo si rappresenta con due rette particolari, l’immagine della sua retta impropria (fuga del piano, contenente tutti i suoi punti all’infinito) e la sua retta d’intersezione con il quadro.

Ottica

In ottica l’immagine è il simulacro di un oggetto, ottenuto in vari modi: mediante lenti che concentrano i raggi luminosi su una superficie dove si forma l’immagine reale (principio su cui si basa la fotografia); oppure mediante lenti che rifrangono i raggi luminosi in modo da formare immagini virtuali, visibili per trasparenza attraverso le lenti stesse ma non proiettabili su una superficie (principio su cui si basano i cannocchiali); o ancora mediante specchi che danno luogo alle immagini riflesse, osservabili appunto per riflessione della superficie speculare. Conformemente alle caratteristiche delle lenti e degli specchi le immagini possono essere diritte o rovesciate o variamente deformate.
Immagine virtuale è detta oggi qualsiasi immagine risultante da una costruzione artificiosa o simulata o ingannevole. L’aggettivo virtuale, in contrapposizione a reale, è anche attribuito comunemente a ogni prodotto di genere informatico, così che immagine virtuale può essere qualsiasi esito (output) figurativo di un programma (software) atto a costruire oggetti rappresentabili. Anche l’esistenza di un mondo virtuale, elaborazione simulata al computer a scopo progettuale o ludico (videogiochi), induce a definire virtuali tutte le immagini che ne conseguono.
Immagine digitale (da digit, cifra in inglese) è genericamente ogni immagine creata, elaborata o stampata con tecniche digitali, vale a dire con procedure che si avvalgono del calcolo numerico (processo discreto), generalmente su base binaria. Si contrappone all’immagine analogica, che impiega invece procedure basate sull’analogia (processo continuo) tra fenomeni simili o che producono risultati confrontabili. Qualsiasi immagine uscente da un monitor o da uno schermo elettronico è perciò digitale, qualsiasi immagine stampata da una pellicola, prodotta manualmente o per via ottica è analogica.
L’immagine digitale è anche detta immagine di sintesi, che ha però un’accezione più ampia e generica, vale a dire che può essere il prodotto di una simulazione sofisticata di qualsiasi tipo. Immagini di sintesi furono dette, nelle prime applicazioni infografiche (infografia), le immagini realizzate con il computer attraverso la simulazione di effetti di resa realistica (rendering).
Nella comunicazione si distingue solitamente l’immagine dal testo, con riferimento ai due fondamentali mezzi di trasmissione delle informazioni. Da questa contrapposizione ha origine l’antica, ma sempre attuale, rivendicazione di un primato della cultura umanistica nei confronti di una generica ‘cultura dell’immagine’.
L’immagine, intesa come rappresentazione grafica, ha avuto un ruolo esponenzialmente crescente nello sviluppo della cultura e della civiltà, con un incremento rapidissimo dopo l’avvento della fotografia e soprattutto dell’informatica. È infatti abituale definire quella attuale la civiltà dell’immagine.

Storia

La comparsa dell’immagine nel mondo antropizzato è remota e la capacità di concepire l’idea di rappresentare le sembianze percepibili degli oggetti risale alla fine del paleolitico, oltre quindici-venti millenni fa e in alcuni casi anche oltre trenta millenni fa. Ne danno testimonianza le prime raffigurazioni di animali (pitture rupestri di Niaux, Lascaux, Altamira, Chauvet). La sua evoluzione lenta e progressiva è accompagnata da eventi culturali, artistici e sociali che assegnano all’immagine ruoli essenziali nello sviluppo delle comunicazioni e della civiltà, ma la sua vera crescita esplosiva è dovuta all’evento tecnologico dell’invenzione della fotografia (1927) che con l’ausilio della stampa ne rivela, nella seconda metà del XIX Secolo, le grandi potenzialità espressive.
Più ancora è l’informatica, nei soli ultimi tre decenni, con le sue applicazioni ai sistemi di costruzione, stampa e trasmissione dell’immagine, a dare fondamento al mondo delle comunicazioni come lo si conosce ora.
L’ultima occasione di divulgazione dell’immagine e della sua idoneità a farsi veicolo privilegiato per la trasmissione del pensiero e dell’informazione è stata offerta dal network, sistema d’interconnessione informatica che comprende vari prodotti, procedure e tecnologie di rete. Il network apre prospettive, oggi appena intraviste, alla diffusione dell’immagine come linguaggio universale, immediato e globale, apparentemente oggettivo ma ugualmente, se non maggiormente, manipolabile della parola; è comunemente riferito alle arti visive, alla pubblicità e allo spettacolo, ma in realtà penetra nelle coscienze in misura forse mai conosciuta dall’umanità, ed è potenzialmente in grado di produrre fenomeni sociali imprevedibili.

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